Come scegliere l'acqua più adatta per i neonati? I consigli del nostro Direttore Sanitario

Fonte Margherita

Assumere quotidianamente la giusta quantità di acqua è una buona abitudine che si impara da piccoli. Anche i bambini, proprio come gli adulti, hanno infatti uno specifico fabbisogno idrico che si modifica con le diverse fasi di crescita e sviluppo.


Ma come fare a scegliere l’acqua giusta per l’alimentazione dei neonati, specie se nutriti con latte in polvere, e quali sono i parametri a cui prestare attenzione per compiere una scelta davvero consapevole? Abbiamo posto queste domande al prof. Paolo Pastore, Direttore Sanitario di Fonte Margherita e professore ordinario di Chimica Analitica presso l’Università degli Studi di Padova.

 

L’acqua per l’alimentazione dei neonati deve avere caratteristiche diverse da quella bevuta dagli adulti?

Nella grande maggioranza dei casi, l’acqua bevuta dagli adulti può essere proposta senza preoccupazioni anche ai neonati – preferibilmente orientandosi verso l’acquisto di acque con residuo fisso inferiore ai 1500 mg/l. Gli unici parametri a cui è importante prestare attenzione sono la quantità di ioni fluoruro (F-) e di ioni nitrato (NO3-) presenti nell’acqua: questi valori, nelle acque in bottiglia destinate agli adulti, hanno limiti rispettivamente di 5 e 45 mg/l, mentre nelle acque specifiche per l’infanzia devono mantenersi entro 1,5 e 10 mg/l.

 

Qual è il motivo di questa differenza?

Un eccessivo apporto di fluoro può avere effetti negativi sui tessuti scheletrici in fase di sviluppo, ed è per questa ragione che la quantità di ioni fluoruro nelle acque per i più piccoli deve essere possibilmente bassa. Per quanto riguarda lo ione nitrato, invece, siamo di fronte a una molecola che non è tossica di per sé, ma che può produrre effetti negativi se viene ingerita in quantità eccessiva e viene trasformata in alcuni suoi derivati pericolosi. Per questa ragione, meno ioni nitrato ci sono nell’acqua meglio è.
Dobbiamo comunque ricordare che il limite di 45 mg/l, stabilito per gli adulti, è già una quantità di assoluta salvaguardia, che nel caso degli infanti viene ulteriormente abbassata per ragioni di maggior tutela.

 

Fino a che età è necessario prestare attenzione alla scelta dell’acqua per i più piccoli?

In realtà non è necessaria un’attenzione particolare, nemmeno nei primissimi giorni di vita del bambino, se non per l’unica accortezza di preferire acque con residuo fisso inferiore a 1500 mg/l. A parte questo, si può offrire con tutta tranquillità ai neonati la stessa acqua bevuta dagli adulti.

 

L’acqua va introdotta nell’alimentazione dei neonati fin da subito? Molti sono convinti che non si debba offrire acqua ai bambini fino a quando non si inizia lo svezzamento…

I pediatri consigliano di non offrire acqua ai bambini finché sono allattati esclusivamente al seno, perché il latte materno è di per sé in grado di garantire loro una perfetta idratazione. Nel caso di bambini allattati al seno, quindi, l’inserimento dell’acqua nella dieta può iniziare intorno ai quattro mesi di vita, in contemporanea all’inizio dello svezzamento.
Diverso è, invece, il caso dei bambini allattati con latte in formula: in questo caso l’acqua viene impiegata fin da subito per reidratare la polvere utilizzata per la preparazione del biberon, ed è quindi importante scegliere il prodotto giusto, tenendo conto dei parametri di cui parlavamo sopra (residuo fisso inferiore a 1500 mg/l e quantità minima di ioni F- e NO3-).

 

È meglio preferire acqua in bottiglia di plastica o di vetro?

L’acqua in vetro offre garanzie superiori dal punto di vista della sicurezza perché il vetro, essendo un materiale inerte, non rilascia nel liquido alcuna sostanza nociva. A ciò va aggiunto un altro elemento non trascurabile, specie quando pensiamo ai più piccoli e al loro futuro: la plastica usa e getta ha un impatto ambientale notevole, quindi preferire l’acqua imbottigliata nel vetro significa anche fare una scelta consapevole dal punto di vista della tutela del pianeta.

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