Introduzione
Residuo fisso: cos’è e come si calcola
La classificazione delle acque sulla base del residuo fisso
È molto importante mettere subito in chiaro una cosa: quando diciamo che il residuo fisso influenza la qualità dell’acqua non intendiamo dire che un’acqua con un residuo fisso basso sia per forza di cose migliore o peggiore di una con un residuo fisso più alto, o viceversa. In questo caso, il termine “qualità” non implica un giudizio di valore ma sta a indicare semplicemente le varie caratteristiche che l’acqua può avere, che sono fortemente influenzate dalla quantità di minerali che contiene.
Sulla base del residuo fisso è possibile distinguere alcune tipologie di acque:
- Acque minimamente mineralizzate: rientrano in questa categoria le acque che hanno un residuo fisso minore o uguale a 50 mg per litro. Sono le acque più “leggere” che si trovano in commercio, favoriscono la diuresi e non affaticano i reni; per questa ragione sono particolarmente adatte per chi soffre di problemi renali, oltre che per l’alimentazione dei neonati.
- Acque oligominerali (dette anche “acque leggermente mineralizzate”): la maggior parte delle acque italiana rientra in questa categoria, dal momento che ha un residuo fisso compreso tra i 50 e i 500 mg per litro. Sono acque leggere, adatte per essere consumate durante i pasti e per essere bevute nel corso di tutta la giornata.
- Acque medio-minerali: in questa tipologia di acqua il residuo fisso è compreso tra i 500 e i 1500 mg per litro. Queste acque apportano una discreta quantità di sali all’organismo, quindi sono adatte per essere consumate ad esempio dopo l’attività sportiva, quando bisogna reintegrare i minerali dispersi con il sudore. Per la stessa ragione sono acque adatte ai ragazzi in fase di crescita o alle donne in gravidanza (sempre che non sussistano problematiche renali, che rendano più indicato il consumo di acque più leggere).
- Acque ricche di sali minerali: sono le acque più “pesanti” in commercio e contengono più di 1.500 mg di sali minerali per litro. La significativa quantità di minerali che apportano le rende adatte per essere utilizzate come acque curative, e per questa ragione vanno sempre assunte su indicazione e sotto controllo medico, per evitare che la loro pesantezza provochi pericolosi effetti indesiderati.
Come scegliere l’acqua più adatta a noi sulla base del residuo fisso
Come abbiamo già sottolineato il residuo fisso è un parametro che ci racconta le caratteristiche dell’acqua, ma che non ne influenza in termini assoluti la qualità. Per questa ragione, quando scegliamo una tipologia di acqua dobbiamo sempre tenere conto di questo parametro, prendendo in considerazione sia i nostri gusti che le nostre necessità nutrizionali. Questa indicazione è valida per tutti i consumatori, ma è particolarmente importante nel caso in cui sussistano situazioni particolari (come la gravidanza, la presenza di patologie o anche solo lo svolgimento di attività fisica intensa) che richiedono una particolare attenzione al regime dietetico e alimentare seguito.
È importante ricordare che i sali minerali e gli oligoelementi sono fondamentali per la nostra dieta e il nostro benessere, e che quindi è importante assumerli nella giusta quantità, che può variare a seconda della stagione o delle nostre particolari esigenze. Per questa ragione bisogna sempre leggere con attenzione l’etichetta dell’acqua che beviamo, per sapere con precisione quanti e quali sali stiamo ingerendo e poter quindi compiere scelte consapevoli e corrette, che ci aiutino a mantenerci in salute e a goderci al meglio anche un gesto semplice come bere un bicchier d’acqua.